mercoledì 16 gennaio 2013

Giubotto Raffreddante: "ipotermia terapeutica" di primo soccorso.

Prima di parlarvi del prototipo in questione, vorrei innanzitutto riportare un pezzetto tratto dal noto libro di "fisiologia medica", Guyton e Hall. 
In esso si legge: "...Si può far diminuire facilmente la temperatura di un individuo mediante somministrazione di un forte sedativo, per deprimere il meccanismo termoregolatore ipotalamico, applicando poi vari dispositivi refrigeranti intorno al corpo. In tal modo possiamo mantenere la temperatura corporea al di sotto dei 32°C anche per una settimana....Questo trattamento viene attuato in chirurgia cardiaca, consentendo di fermare il cuore per parecchi minuti senza gravi ripercussioni permettendo alle cellule di sopravvivere per 30-60 minuti in condizioni di flusso ematico fortemente ridotto..." 

Ad oggi su questo principio si svolge anche la "ipotermia terapeutica" su soggetti in corso di arresto cardiaco per tamponare gli effetti ischemici soprattutto a livello cerebrale e quindi ridurre le probabilità di morte o comunque, per i soggetti che riescono a sopravvivere, limitare i danni.


Alcuni ricercatori della Hoenstein Institute, importante centro di ricerche tessili  tedesco, hanno messo a punto un PROTOTIPO di "giubotto raffreddante" che permette di attuare questa tecnica già durante il primo soccorso in modo da avere non solo più tempo per svolgere il BLS-D ma anche ridurre i danni che potrebbero subentrare durante il trasporto in ospedale.

Ogni anno in Europa sono 375mila le vittime di arresto cardiaco e la loro possibilità di salvezza dipende dalla rapidità con cui vengono trattati. Dal momento in cui la circolazione viene a bloccarsi, ogni minuto che passa abbassa di circa il 10% la possibilità di salvare il paziente; è dunque importante avere anche solo qualche minuto in più per poter svolgere la respirazione cardiopolmonare/massaggio cardiaco e la defibrillazione.

Attraverso l'utilizzo del Giubotto raffreddante, si va a diminuire la temperatura corporea portandola a 32-34 gradi. Come gia espresso nella citazione a inizio articolo, questa ipossia, indotta sperimentalmente, permette di ridurre il metabolismo cellulare: le cellule riescono quindi a sopravvivere con una minima quantità di metaboliti e ossigeno. In tal modo sembra che si possa ridurre di qualche punto la percentuale di mortalità.

Qualche cenno sul funzionamento?? Il prototipo presenta una scatola metallica (contenente dei paricolari minerali - zeoliti) connessa tramite tubicini impermeabili e pieni d'acqua al giubotto. Quando si apre la valvola, tali zeoliti entano in contatto con l'acqua e le loro proprietà permettono il congelamento del liquido stesso, portando ovviamente al rapido raffreddamento della temperatura corporea di chi lo indossa.

Sembra davvero una buona idea. Speriamo lo commercializzino il prima possibile....ovviamete dopo gli opportuni test.

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