E' ormai una consuetudine per i nostri medici di famiglia consigliare alle donne, soprattutto dopo la menopausa, di assumere una quantità giornaliera di latte e latticini finalizzata all'impedire o comunque ridurre il normale processo osteoporotico.
L'osteoporosi potremmo definirla un processo di deterioramento osseo (riscontrabile soprattutto nei soggetti di sesso femminile) le cui cause possono essere, come per numerose altre patologie, primarie o secondarie. La forma sicuramente più diffusa è proprio quella post-menopausale - considerata "primaria" - (spesso aggravata dalla "forma senile", dovuta a lunghi periodi di immobilizzazione).
Infatti allo scadere dell'età fertile si ha una notevole riduzione della quantita di estrogeni in circolo (insieme alla riduzione di altri ormoni). Tali estrogeni, in condizioni normali, stimolano l'assorbimento di Calcio da parte del tessuto osseo, attraverso il loro legame su specifici recettori e quindi, con la loro diminuita concentrazione postmenopausale si osserva una notevole riduzione della deposizione di Calcio a livello osseo.
Senza addentrarmi troppo sulla eziologia di questa forma osteoporotica, voglio parlarvi di una ricerca che mi ha lasciato molto stupito, soprattutto perchè abbastanza datata (ma in giro non se ne parla molto!). Lo studio che sto per citare è tra l'altro sicuramente molto affidabile, data la sua pubblicazione sul sito dell'NCBI (National Center for Biotechnology Information - presente tra i "link utili").